Pittore
Gian Luca Spanu
Gian Luca Spanu
Pittore
Nei miei Banaker non c’è un progetto predefinito: tutto il processo creativo è molto istintivo e legato alle sensazioni che provo in quel momento. Banaker è la sintesi di due parole: banalità e kermesse!
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Biografia
Nato nel 1970 in Germania, fin da piccolo sono stato assecondato nelle mie inclinazioni artistiche e nella scelta del percorso formativo che si è concluso nel 1993 con il conseguimento del Diploma di Laurea in Scultura presso l’Accademia delle Belle Arti di Napoli.
Il disegno, la pittura e la scultura sono le mie forme di comunicazione con il mondo: mi permettono di esprimere le mie emozioni e i miei stati d’animo, o semplicemente rappresentare quello che mi colpisce, rappresentano un bisogno fisiologico irrinunciabile e mi galvanizza l’idea di non sapere quale sarà il risultato finale e quali sensazioni potrà suscitare il mio lavoro nel fruitore.
Le mie fonti d’ispirazione sono la figura umana, i volti, gli sguardi, m’intrigano le espressioni sia umane che animali; allo stesso tempo sono affascinato dalla precisione e dalle infinite forme e colori della Natura.
Una volta che ho scelto un soggetto cerco di realizzarlo il più fedelmente possibile e mano a mano che vado avanti sento il bisogno di inserire segni, linee o macchie di colore che sono il frutto della mia immaginazione.
Dal 1996 vivo e lavoro a Campi Bisenzio, e ho partecipato a diversi eventi e manifestazioni artistiche in ambito regionale. Dal 2016 faccio parte dello Studio 7 Gruppo d’Arte.
Critica
Le velate realtà di Gian Luca Spanu
I quadri di Gian Luca Spanu ci mostrano un pittore che plasma la forma e la materia con soave morbidezza e dovizia di particolari e realizza opere che trovano la loro sublimazione attraverso l’assoluta perfezione esecutiva. Queste peculiarità sono proprie di Gian Luca pittore ma per dovere di cronaca devo riferire che l’artista ha avuto la sua genesi come scultore, poiché nel 1993 consegue il Diploma di Laurea in Scultura all’Accademia di Belle Arti di Napoli. Come scultore vanta anche una sua eccellenza esecutiva, l’unica fino ad ora, a commissione pubblica. È una statua in bronzo più che a grandezza naturale, raffigurante Carlo Cappella, poeta e pittore che la città di Termoli ha voluto onorare come uno dei suoi figli più illustri. La pittura dello Spanu trova la sua formazione ed evoluzione da un’apparente dicotomia fra la mimetica riproduzione della realtà e fra la fantasiosa scrittura grafica che la contamina. Questo modus operandi è frutto e sintesi delle sue riflessioni sulla nostra società della quale accetta consapevolmente le regole perché necessarie al vivere civile ma che, in parte, contesta perché socialmente poco equiparate. Questa bipartizione, nelle opere dello Spanu, mi ha affascinato fin dal primo sguardo perché ho potuto constatare che il contrasto era solamente filosofico e che graficamente le due componenti si fondevano e si integravano alla perfezione. Anzi, si arricchivano a vicenda con quell’alternanza e consistenza di masse che rendono la composizione viva e articolata. Composizione marezzata da una griglia segnica, disposta quasi in filigrana, composta da una scrittura autonoma, unica nel suo genere, sintesi fra la grafia maya e il graffitismo di stampo newyorchese. Risolta in una cifra stilistica che la rende subito riconoscibile e che sottotraccia tradisce la sua germinazione plastica. Calligrafia del tutto asemantica eppur carica di sensi nascosti e permeata da una sottile ironia, è il suo autoritratto, quello del Gian Luca contestatore e una sua inconfondibile seconda firma. Inoltre a questo velato schermo è affidato il compito di invitarci a guardare la realtà con occhi diversi. Né a fermarci davanti all’evidenza del reale e alla sua accattivante forma esteriore ma di scavare in profondità per trovare la vera sostanza delle cose.
L’artista sembra anche ammonirci a non farci troppo impressionare dalla bellezza, perché è transitoria, poiché si vela e passa. Nascono così i suoi suggestivi lavori che porta avanti con grande cura e attenzione e che passa anche dall’esaltazione dei minimi particolari, dei nonnulla. Perché l’artista è consapevole che anche i più insignificanti dettagli, nella composizione artistica, come nella vita, servono all’economia dell’insieme e rendono la visione totale più chiara e più armoniosa. Gian Luca, in alcuni quadri, mette in grande evidenza gli occhi che colpiscono per l’intensità dello sguardo e divengono il soggetto dell’opera. Occhi sostanziale veicolo di comunicazione perché a differenza delle parole, se guardati attentamente, non riescono a mentire. Nei ritratti è stupefacente come riesca a definire al meglio la mimica facciale e sia in grado di riprodurre ogni piccola ruga, più o meno profonda, che sorprendentemente non spezza la composizione ma la rende più ricca e vera. Oppure quando riesce a farci percepire l’interazione fra la persona e il gatto, con la stupenda resa psicologica felina e il manifesto amore della ragazza per il suo amico. Affascina, inoltre, come sappia rendere vaporosa ogni piega dei tessuti, rendendoli quasi tattili. Dalle sue figure emana una forte vitalità interiore, una freschezza di pensiero e una spontanea carica erotica. L’artista ci stupisce anche quando nei fiori riesce a evidenziare la carnosita` dei petali, la compattezza dei pistilli e la freschezza mattutina delle gocce di rugiada. Insomma il pittore presta grande attenzione sia all’esistenza umana che alle piccole realtà vegetali e animali guardate con amore e solidarietà. Non starò più a illustrare le variegate sottigliezze esecutive di Gian Luca, dirò solamente che tutto ciò sarebbe mera abilità tecnica se alla base non ci fossero i suoi contenuti etici, la sua filosofia di vita e la sua attenzione ai valori sociali. Per tutte queste ragioni non parlerei di iperrealismo ma di attraente realtà alterata.
Il presidente dello Studio 7
Enrico Guarnieri